Qua potrete sentire il mio intervento fatto in Consiglio Comunale il 14/03/2016 per presentare l’Ordine del Giorno in difesa dei piccoli comuni. Qua trovate il testo dell’odg: http://bit.ly/OdgPiccoliComuni.

#ChiesinaUzzanese. Un ordine del giorno a favore dei piccoli comuni.
Nel prossimo Consiglio Comunale discuteremo un’ordine del giorno riguardante l’importanza dei piccoli Comuni. Il documento, presentato dal Gruppo Consiliare “Per Chiesina Uzzanese – Non fermare il Cambiamento” di cui sono Capogruppo, è stato approvato in molte assemblee municipali Toscane a seguito di un’assemblea convocata a Firenze dopo i numerosi tentativi di minare l’autonomia dei Comuni. Come saprete ho già espresso più di una volta la mia idea sul tema (leggi qui) e sono felice che potremo parlare di ciò in Consiglio Comunale.
Il CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO
– che l’art 5 della Costituzione Italiana riconosce e promuove le autonomie locali;
– che la rete dei comuni italiani ha costituito storicamente, e costituisce ancora oggi, una struttura fondamentale per la coesione sociale, il senso civico, la valorizzazione delle specificità e delle tradizioni, la cura del territorio e del paesaggio e la promozione culturale;
– che il Comune è il soggetto primario per l’erogazione dei servizi ai cittadini e svolge un insostituibile ruolo per lo sviluppo economico locale sostenibile;
– che il Comune, e in particolare il Consiglio Comunale, rappresentano il livello istituzionale di base più vicino ai cittadini ed ai territori, costituendo il primo strumento per l’esercizio della democrazia tramite la partecipazione e la rappresentanza comunale.
CONSIDERATO
– che in Italia sono presenti circa 8.000 Comuni, un numero inferiore se paragonato alle altre grandi nazioni europee. Ad esempio la Francia conta 36.000 Municipi e la Germania 12.000;
– che in Italia è presente un Comune ogni 7.600 abitanti mentre in Francia ne è presente uno ogni 1.800 e in Germania uno ogni 6.800;
– che in Italia è presente un Comune ogni 37 km quadri mentre in Francia ne è presente uno ogni 18 e in Germania uno ogni 29.
CONSTATATO
– il valore storico, economico e culturale dei piccoli comuni, che rappresentano spesso l’unico presidio istituzionali in ampie aree del Paese, contenitori di importanti patrimoni ambientali, paesaggistici, culturali e sociali, che costituiscono a loro volta significative risorse per l’agricoltura, l’artigianato e il turismo.
RILEVATO
– il recente, manifesto e rinnovato interesse espresso dal Governo centrale, supportato e propagandato in ambito regionale, sul tema delle fusioni di comuni al di sotto di una soglia di residenti, motivato da asserite e non dimostrate logiche di risparmio e razionalizzazione amministrativa, propedeutico ad una drastica soppressione di comuni e ad una riduzione del loro numero;
– che tale interesse sembrerebbe preludere a specifici provvedimenti che impongano le fusioni o che tendano a renderle obbligatorie nei fatti attraverso la determinazione di incentivi e la creazione di canali privilegiati per i comuni fusi a discapito degli altri.
CONSIDERATO
– che tale approccio, di natura prettamente contabile-amministrativa, non si fonda su alcuna evidenza di dati, e che in realtà l’impatto dei costi dei piccoli comuni è marginale, sia in valore assoluto che percentuale, e soprattutto in relazione all’enorme valore che gli stessi comuni rappresentano in tema di vicinanza ai cittadini, gestione di territori vasti e spesso marginalizzati dalle scelte centralistiche di governo;
– che valutazioni fondate solo sul parametro del numero degli abitanti impediscono di comprendere come i processi di fusione, soprattutto nelle zone rurali, possano creare, o aggravare, le criticità connesse all’estensione territoriale dei Comuni, la cui eccessiva ampiezza incide negativamente sull’efficienza nell’erogazione dei servizi ai cittadini.
RITENUTO
– che smantellare i piccoli comuni e privare le realtà locali delle istituzioni di maggiore prossimità agli abitanti costituisce una grave ferita per la democrazia e contrasta con la necessità di rilancio economico e sociale delle aree rurali e interne;
– che le politiche di razionalizzazione debbano riguardare la gestione dei servizi comunali, dai quali derivano i costi e dipende l’efficienza dell’azione amministrativa, e non gli organi di rappresentanza politica che nei piccoli comuni, a fronte di costi insignificanti, sono elementi fondamentali di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica che i processi di fusione andrebbero a cancellare;
– che dunque le necessarie e improrogabili politiche di razionalizzazione, valorizzazione e coordinamento di territori e comunità debbano essere perseguite utilizzando gli strumenti delle associazioni dei servizi, attraverso convenzioni e soprattutto nelle Unioni dei Comuni, e che eventuali provvedimenti di fusione tra comuni debbano essere portati avanti solo laddove esista una chiara ed esplicita volontà delle popolazioni locali, connessa a situazioni di reale marginalità abitativa e ad una riconosciuta perdita di coesione sociale e del senso di comunità.
ESPRIME
– forte preoccupazione sul rinnovato interesse del Governo centrale e regionale sul tema della fusione dei comuni e sulla spinta centralistica che ne può scaturire;
– dissenso sull’impostazione, di natura prettamente contabile-amministrativa e priva di ogni considerazione di altri valori, che caratterizza l’approccio che Governo centrale e regionale hanno assunto su questo specifico tema e sulle asserite, ma non dimostrate, rilevanti economie che scaturirebbero da processi di fusione.
AFFERMA
– la centralità dei comuni ed il valore delle autonomie comunali nei contesti economici, territoriali e sociali di riferimento;
– il valore del Comune come livello primario di cittadinanza, di partecipazione e di democrazia, e del sistema delle autonomie locali come fondamento dell’assetto costituzionale della Repubblica Italiana;
– il rispetto dell’art 5 della Costituzione della Repubblica Italiana che “[…] riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”;
– che ogni eventuale progetto di fusione tra comuni debba essere considerato in via eccezionale e debba provenire da istanze popolari ed esplicitamente accettato dalla maggioranza degli abitanti di ogni comune coinvolto;
– l’improponibilità di fusioni tra comuni senza il consenso della popolazione di ogni comune, e la contrarietà ad ogni legge o provvedimento che preveda l’obbligo di fusioni, o che lo determini nei fatti attraverso ingiustificate e pretestuose disparità di trattamento tra i comuni che intraprendono la strada delle fusioni e quelli che invece scelgono quella delle Unioni dei Comuni o delle convezioni;
– la necessità di coniugare la tutela dell’autonomia comunale con adeguate e coerenti politiche d’area, tramite gli strumenti intercomunali che la legge mette a disposizione, promuovendo le funzioni associate con l’obiettivo di favorire l’uguaglianza tra i cittadini, l’efficienza dei servizi pubblici e la programmazione territoriale.
IMPEGNA
– il Sindaco, la Giunta e le forze politiche presenti in Consiglio comunale a tenere alto il valore dell’autonomia comunale messo in discussione dalle fusioni.
RESPINGE
– ogni iniziativa che, in tema di accesso alle risorse ed alle contribuzioni per gli enti locali, privilegi i comuni che intraprendono percorsi di fusione rispetto a tutti gli altri, in quanto tali azioni si baserebbero su principi discriminatori tra gli enti, e arrecherebbero un danno ai cittadini di quei comuni che venissero penalizzati nella realizzazione di opere e progetti.
INVITA
– la Regione Toscana a supportare tali iniziative intercomunali, abbandonando eventuali progetti di fusioni “imposte”, di fatto o per legge, a comuni che le rifiutino, ed a valorizzare ogni elemento di natura sociale, territoriale ed economica che caratterizza ogni singolo Comune, nonché a sostenere la rete dei piccoli comuni.
RIVOLGE
– al Parlamento e al Governo un appello per un rapido iter approvativo del disegno di legge contenente “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali nonché deleghe al Governo per la riforma del sistema di governo delle medesime aree e per l’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ambientali”.
DECIDE
– di inviare il presente ordine del giorno al Governo, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, al Presidente della Regione Toscana, al Presidente del Consiglio Regionale, ai Sindaci della provincia di Pistoia, ad ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni italiani), ANCI Toscana, ANPDCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia), UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), UNCEM Toscana, alle altre associazioni delle autonomie ed agli organi di informazione.

#ChiesinaUzzanese. In #ConsiglioComunale una mozione contro l’idea di Sanità della Regione.
Lunedi prossimo, ore 21.30, in Consiglio Comunale, qua trovate l’ordine del giorno completo, discuteremo una mozione che abbiamo presentato come Gruppi Consiliari di maggioranza. Questa riguarda il referendum per il quale molte associazioni e partiti stanno raccogliendo le firme. L’obiettivo è abrogare la nuova legge regionale sulla sanità, la 28/2015, che, fra le tante cose, penalizzerà fortemente i territori più lontani dai grandi centri come il nostro.
Qua sotto trovate il testo completo della nostra mozione.
MOZIONE A FAVORE DEL REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE 28/2015 DELLA REGIONE TOSCANA
PREMESSO CHE
– la legge regionale n° 28, approvata il 16 Marzo 2015, ha previsto un accorpamento delle Aziende Sanitarie Locali Toscane, passando da 12 a 3 aziende e perdendo la principale caratteristica di tale ente, la località;
– con questa legge la figura del direttore, ad oggi ricoperta da commissari e vice-commissari, avrà un enorme potere decisionale su un enorme porzione di territorio, popolato da una grande quantità di persone;
– il Direttore della Programmazione sarà direttamente nominato dal Presidente della Giunta Regionale e, con un potere al disopra delle Direzioni delle Aziende sanitarie, avrà il potere di dispensare le risorse;
CONSTATATO CHE
– da anni la Regione Toscana sta attuando politiche di centralizzazione, togliendo qualsiasi possibilità di partecipazione nelle decisioni ai Comuni e ai Sindaci;
– con la legge 28/2015 continua il processo sopra citato, giungendo allo controllo totale della Regione sulla Sanità, allontanando dal territorio il potere di decidere sulla sanità;
CONSIDERATO CHE
– il taglio dei posti letto e la carenza di personale aumenterà notevolmente le ore di attesa nei pronto soccorso e le liste d’attesa, già inaccettabili, per esami e visite specialistiche;
– si prevede nei prossimi anni un taglio di circa 1500/2000 operatori sanitari nonostante l’evidente carenza di personale nei vari pronto soccorso e negli stessi ospedali;
IL CONSIGLIO COMUNALE DI CHIESINA UZZANESE (PT) IMPEGNA LA GIUNTA COMUNALE
– ad attivarsi per sostenere il referendum abrogativo della legge 28/2015 della Regione Toscana che ha come obiettivo principale quello di creare tre strutture giganti, complesse e burocratizzate, lontane dai bisogni reali dei territori, la cui voce avrà sempre meno importanza.

Il Comune di #ChiesinaUzzanese chiede il rilascio dei Marò.
Nell’ultimo Consiglio Comunale è stata approvata all’unanimità la seguente mozione presentata dal nostro gruppo.
Oggetto: Mozione per il rientro in Italia di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
Il Consiglio Comunale di Chiesina Uzzanese
– Preso atto che, in seguito all’uccisione di due pescatori indiani, sono stati tratti in arresto in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fucilieri del battaglione San Marco a bordo dell’italiana Enrica Lexie;
– Ricordato che i due militari, attualmente in stato di fermo, dovrebbero trascorrere tre mesi di carcere preventivo nell’istituto penitenziario di Trivandrum, nel Kerala, insieme a detenuti comuni;
– Tenuto conto che i suddetti militari erano a bordo di una nave italiana che naviga in acque internazionali su mandato del governo italiano, allo scopo di proteggere imbarcazioni civili dai sempre piú frequenti assalti dei pirati;
– Considerato che, nella sparatoria in oggetto, in cui sono rimasti uccisi due pescatori indiani, altre navi incrociavano la zona e i nostri militari negano di aver fatto fuoco e che le autorità indiane non hanno raccolto nessuna prova contraria;
– Ritenuto che, indipendentemente dal quadro accusatorio e probatorio già compromesso, l’inchiesta dovrebbe svolgersi in un tribunale militare Italiano e un’eventuale pena andrebbe scontata in un carcere del nostro Paese.
– Evidenziato che questo gravissimo episodio non solo riguarda l’Italia, ma l’intera comunità internazionale, in quanto viola palesemente il rispetto dei trattati e interessa l’intera alleanza politica e militare di cui facciamo parte;
Esprime indignazione e preoccupazione per la sorte dei nostri soldati, nonché vicinanza ai militari e alle loro famiglie.
Chiede alla Giunta di attivarsi presso il Governo Italiano affinché:
– Faccia luce sulle motivazioni, autorizzazioni e procedure che hanno portato i nostri militari a scendere dalla nave italiana sul suolo indiano.
-Si impegni in ogni sede diplomatica per far tornare in Italia Massimiliano Latorre e Salvatore Girone il prima possibile.
Mozione riguardo al possibile spostamento del reparto di pediatria di Pescia.
Oggetto: in merito riorganizzazione Asl 3 di Pistoia
PREMESSO CHE:
– si evince dalla stampa (del 18 Gennaio 2011 Il Tirreno pag. V e La Nazione pag. 16) che il Direttore Generale Alessandro Scarafuggi ha presentato proposte di riorganizzazione dei servizi al fine di ottenere un contenimento della spesa di circa 10 milioni di euro;
CONSIDERATO CHE:
– tra le proposte vi è una riorganizzazione dell’Ospedale di Pescia che sembrerebbe tradursi nella dismissione di alcuni reparti per essere trasferiti alla futura nuova struttura di Pistoia, tra questi sembra esserci “Pediatria”;
APPURATO CHE:
– le proposte del Direttore Generale dovranno essere vagliate e sottoposte all’esame dei Sindaci
IL CONSIGLIO COMUNALE DI CHIESINA UZZANESE (PT) IMPEGNA IL SINDACO
Ad attivarsi nelle sedi istituzionali di sua pertinenza al fine di sapere:
– se quanto appreso dalla stampa risulti essere l’intenzione del Direttore Generale;
– quali iniziative urgenti si intendono assumere al fine di scongiurare la chiusura del reparto pediatrico dell’ospedale di Pescia e di altri servizi a discapito del territorio della Valdinievole.

Ricordare Liu Xiaobao, anche a #ChiesinaUzzanese.
Nel Consiglio Comunale di Lunedi prossimo ho presentato insieme ad altri Consiglieri un ordine del giorno il quale impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a ricordare i coniugi Liu e intraprendere iniziative possibili per la loro liberazione.
Abbiamo deciso di farlo perchè anche dalle realtà più piccole si trasmetta l’idea che la libertà di parola e pensiero sono fondamentali e necessarie per un sistema che si definisce democratico.
La tanto osannata potenza economica Cinese nega qualsiasi libertà e vieta ai dissidenti del regime di esprimere pubblicamente la loro battaglia.
Quest’anno il Nobel per la pace, dopo la criticabile scelta dell’anno passato, è stato assegnato proprio ad un ex-professore universitario di Filosofia Cinese che da anni si batte contro la dittatura rossa, LIU XIAOBAO.
Il Vincitore che si trova in carcere non è potuto andare a ricevere il premio e dal momento della proclamazione anche la casa della moglie è stata messa sotto controllo affinchè non potesse comunicare con l’esterno.
Il governo cinese per il giorno della premiazione ha inoltre censurato sul web tutti i riferimenti a quella premiazione(nobel, pace, sedia vuota, oslo, ecc), ha impedito di raggrupparsi in luoghi pubblici per evitare “festeggiamenti” e ha deciso di disertare la cerimonia, insieme alle forze mondiali che la appoggiano nella lotta anti-democratica.
Anche il Movimento Giovanile del PdL, la Giovane Italia, ha deciso di effettuare varie maniestazioni in tutta la penisola per celebrare il nobel a chi combatte per la libertà. Inoltre una delegazione di ragazzi si è recata ad Oslo ed ha manifestato proprio nel luogo in cui quelle due sedie destinate ai coniugi cinesi erano vuote.
A seguire il testo integrale dell’OdG:
OGGETTO: Liberazione di Liu Xaobo e Liu Xia.
PREMESSO CHE
– Liu Xaobo, 54 anni, cittadino cinese ed ex professore universitario di filosofia, vincitore del premio nobel per la pace, nel 1989 viene arrestato e incarcerato per aver partecipato allo sciopero della fame degli studenti cinesi;
– Liu Xiaobo, 54 anni, cittadino cinese ed ex professore universitario di filosofia, vincitore del premio nobel per la pace, nel 2009 e’ stato condannato a 11 anni di prigione per istigazione alla sovversione, “reo” di aver partecipato alla stesura di Carta08, un documento favorevole alla democrazia sottoscritto da migliaia di cittadini cinesi;
– Liu Xia, moglie di Liu Xiaobo, che ha dato al marito in carcere la notizia della vittoria del premio nobel per la pace, si trova agli arresti domiciliari, con le autorità che le impediscono contatti con l’esterno, pur non essendo stata accusata formalmente di alcun crimine, colpevole solamente di essere la moglie di un “sovversivo”;
VISTA
– la riprovevole questione della sorveglianza sui presunti “dissidenti”, che in Cina emerge in occasione di ogni avvenimento o anniversario che mettono il paese asiatico sotto i riflettori dell’opinione pubblica mondiale
CONSIDERATO CHE
– a Liu Xia potrebbe toccare la stessa sorte di altri familiari di dissidenti imprigionati; quella di rimanere sotto uno stretto controllo delle forze di sicurezza cinesi che impediscono loro di avere contatti con persone, ritenute dalle autorità cinese ”scomode”, come i giornalisti e i diplomatici stranieri.
IMPEGNA
La Giunta ed il Sindaco a sostenere qualsiasi iniziativa volta alla immediata ed incondizionata liberazione di Liu Xiaobo e di sua moglie Liu Xia e a garantire la piena incolumità dei loro familiari.