La folle idea di fondere gli undici campanili della #Valdinievole.

Una fantastica storia, raccontataci da Tolkien, narra di Sauron, un oscuro signore che nella terra di Mordor tra le fiamme Monte Fato, forgiò un’anello per sottomettere i popoli liberi della terra di mezzo. Un anello per domarli tutti, ma alcuni opposero resistenza..

Nelle ultime settimane sono stati molti gli esponenti politici, e non solo, che si sono espressi riguardo una possibile fusione dei comuni della Valdinievole, supponendo risultati strabilianti e vantaggi per tutti gli abitanti. Sinceramente nutro più di una perplessità riguardo a questa soluzione, che sembra essere accolta da molti come una soluzione salvifica, mentre non si è nemmeno accennato a quelli che potrebbero essere le problematiche o i disservizi che tale fusione creerebbe. In un’Italia dove la fiducia dei cittadini verso le varie amministrazioni statali viene continuamente minata, principalmente a causa di soggetti incompetenti e continui scandali, il Municipio rimane l’unica istituzione vicina al popolo. La figura del Sindaco, e conseguentemente del Consiglio Comunale, sono l’organo più vicino ai cittadini e allontanare questa figura credo sia una volontà nascosta di diminuire la democrazia e la responsabilità verso i propri elettori.

Diminuire la democrazia perché si andrebbe a creare uno dei 40 Comuni più grandi d’Italia per popolazione in una zona in cui esistono anche più campanili per Comune: una realtà che non possiamo trascurare. Si diminuirebbe la responsabilità verso gli elettori riducendo il reale peso dell’elettore, senza una reale convenienza. Se per “convenienza” si intendono i fondi che lo Stato e la Regione dovrebbero “donare” ai Comuni che si fondono dovremmo chiederci innanzitutto il perché di queste “donazioni”. Secondo quanto riportato da alcuni questi fondi non sarebbero proprio spiccioli nonostante negli ultimi anni ci sono stati solamente tagli agli enti locali. Allora i soldi ci sono?

E’ più facile per i livelli di governo superiori avere un solo Sindaco con cui confrontarsi invece che averne 10; sarà sicuramente peggio per il cittadino che probabilmente avrà più difficoltà ad esporre i propri problemi e presentare le proprie istanze. Si creeranno delle zone di serie B e delle zone di serie A, la maggioranza degli attuali Comuni diventeranno zone abbandonate a se stesse e gli investimenti saranno concentrati nei centri maggiori. Un film già visto, basta vedere come sono tenute le periferie delle grandi città italiane.

Dopo decenni in cui tutte le forze politiche si sono spese in vario modo per il federalismo si punta ad una scelta fortemente accentratrice, quando non se ne vedono i benefici reali. Siamo sicuri che mancano veramente i soldi nelle casse comunali oppure ci sono troppi sprechi? Per molti amministratori che si trovano nella nostra zona sono difficilmente giustificabili alcune scelte del Comune limitrofo, che in realtà si rivelano politiche migliori per il cittadino. Questo per alcuni è un male, per me è assolutamente un bene. La concorrenza, fra enti vicini, anche fiscale, non ha mai fatto male a nessuno. Anzi, come succede in economia, è solo un bene.

Il problema dei Comuni è uno dei tanti spauracchi italiani. Si cerca sempre di tagliare e accorpare gli enti che in realtà non ne avrebbero bisogno invece di eliminare centinaia di sprechi o di attività che potrebbero essere benissimo svolte dai privati. E’ più facile accorpare 10 Comuni della Valdinievole che ottimizzare i costi e ridurre gli sprechi della Sanità, non è vero? Abbiamo un comune ogni 37 km quadri mentre la Germania uno ogni 18 e la Francia uno ogni 29. Abbiamo di media un Comune ogni 7500 abitanti mentre la Germania uno ogni 6900 e la Francia uno ogni 1800.

Sarebbe meglio che si iniziasse a tagliare veramente gli sprechi nella nostra area, a partire dalle società partecipate, da tutti quelli edifici che sono sempre di proprietà comunale ma che non fruttano un euro, da tutti quei contributi a pioggia che potremmo evitare e da tante altre spese inutili fatte con i soldi di tutti. Soprattutto in questo momento di difficoltà economica non allontaniamo ancor di più lo Stato dalle persone ma rafforziamo quel ruolo fondamentale che giocano le piccole comunità nella solidarietà sociale.