La mia riforma elettorale.

In questo periodo di fermento politico, o presunto tale, tutti si cimentano in previsioni a lungo termine. Io che seguo come tutti gli altri gli avvenimenti “romani” ho cercato di dare una risposta a una questione che tutti i parlamentari avranno, più o meno pubblicamente, cercato di dare. Certamente non possiamo dare la colpa a questo metodo elettivo per la nostra risicata maggioranza alla camera, ma semmai dobbiamo trovare il colpevole in chi ha scelto di non stare con il presidente designato per la propria lista di elezione.

Il CentroSinistra è da un po’ di tempo che auspica di mutare metodo d’elezione perchè naturalmente cerca una riforma che lo faccia vincere nonostante prenda meno voti mentre il CentroDestra ultimamente sembra volenteroso di modificare questa legge ma comunque non sono state ancora avanzate proposte concrete e c’è sempre confusione.

Qualche cambiamento secondo me può essere fatto e il modo di eleggere i nostri rappresentanti può essere migliorato. Innanzitutto secondo me dobbiamo portare i rappresentanti ad essere più vicini al territorio e a sentirsi realmente portatori di una serie di principi e volontà di un elettorato reale.

– ABBASSARE L’ETA’ dell’elettorato passivo a quello attivo dovrebbe essere un cambiamento giusto sia per svecchiare la politica e anche perchè la differenza di 22 anni fra un “semplice elettore” della Camera e un possibile eletto del Senato sono secondo me troppi.

– Stabilire un “VINCOLO DI MANDATO” per far si che nessun esponente eletto in una lista che esprimeva un candidato premier possa cambiare bandiera in parlamento tradento la volontà elettorale.

– DIMINUIRE drasticamente i RIMBORSI ELETTORALI ai partiti. Le cifre attuali sono esagerate perchè si allungano per 5 anni anche in caso di nuove elezioni. Per di più si accumulano con quelli delle legislature precedenti. E’ troppo facile fare politica con tutti quei soldi, la militanza deve essere sacrificio e volontà.Per quanto riguarda il vero e prorpio metodo di elezione ho sempre mostrato una grande ammirazione per le preferenze, che fanno in modo di stringere un legame forte e sentito con i cittadini. Alcuni, anche nel mio partito, sollevano il problema della vendita di pacchetti di voto anche da parte di organizzazioni non proprio legali ma credo che il problema si possa in un certo modo risolvere diminuendo la grandezza delle circoscrizioni.

CAMERA DEI DEPUTATI

Io instaurerei dei COLLEGI PROVINCIALI per quanto riguarda la CAMERA. Il metodo elettorale resterebbe lo stesso (premio di maggioranza assegnato su base nazionale) ma invece che distribuire i seggi su base regionale sarebbero distribuiti su BASE PROVINCIALE. Naturalmente la condizione necessaria per essere candidati in una tale provincia deve essere quella di avere la RESIDENZA IN TALE PROVINCIA da 6 anni, per limitare le “residenze ad hoc”.Inolte l’ordine della lista dei candidati non sarebbe scelta dal partito ma saranno le PREFERENZE a stabilire chi deve essere il PRIMO DEGLI ELETTI e chi, per aver preso pochi voti, non siederà in parlamento.In questo modo la rappresentanza sarebbe veramente sentita e un candidato che non rispetta le proprie promesse elettorali, non rappresenta in modo degno i propri elettori, cambia schieramento andando contro il volere popolare, non sarà rieletto!

SENATO DELLA REPUBBLICA

Per quanto riguarda il Senato il discorso è più complesso. Ci sono alcune scuole di pensiero che vogliono uguagliare il metodo d’elezione del Senato a quello della Camera. Togliere il premio di maggioranza su base regionale farebbe venir meno quella concezione del Senato come rappresentanza delle regioni. Comunque sia credo che la scelta dei Senatori su base regionale possa far bene alla democrazia e possa aumentare la rappresentanza anche se rischia di creare maggioranze instabili(vedi Prodi nel 2006).Lasciando invariato il pensiero che sta alla base dell’elezione del Senato sarebbe da aggiungere, anche in questo caso, un sistema di PREFERENZE. L’ordine dei possibili Senatori non viene scelto dal partito ma sono gli elettori di quel partito che decidono quale candidato è più competente e rappresentativo.Con queste due soluzioni sarebbero gli elettori a decidere chi è un degno rappresentante di un certo territorio e eviteremo di vedere candidato in una regione un politico di un’altra.

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