Le preferenze, ecco perché le vorrei.

Una piccola riflessione sulle preferenze.

Naturalmente non sono stato travolto da un’ondata di finismo ma in realtà credo veramente che le preferenze siano uno strumento necessario per la democrazia. Parto da alcune considerazioni elementari. Per me che vivo a Chiesina Uzzanese, provincia di Pistoia e quindi in Toscana la possibilità di scrivere il nome di un mio politico di riferimento è veramente rara, e questo avviene nelle elezioni Comunali e in quelle Europee. Sarà strano e anche una coincidenza ma spesso queste elezioni appena citate hanno la maggiore affluenza rispetto alle altre. Questo è uno dei motivi che mi spinge a considerare le preferenze uno strumento di partecipazione attiva dei cittadini alla politica. Se un cittadino sa di dover scrivere un nome su una scheda elettorale si informerà su chi è candidato e a chi vuole esprimere la propria fiducia. PARTECIPAZIONE

Tutto ciò le liste bloccate non lo permettono e il cittadino può solo scegliere un simbolo rispetto ad un altro; affida tutta la sua fiducia nelle mani del partito e spera che abbia scelto nella lista persone all’altezza e di fiducia. Lasciare tutto questo arduo compito ad un ufficio di presidenza può certamente non essere vantaggioso. Non sto criticando il mio partito per le scelte che ha fatto in questi ultimi anni per le elezioni ma sono anche sicuro che alcuni dei “nominati” sia in Provincia che in Parlamento, passando per la Regione, non sarebbero stati eletti se avessero dovuto cercare le preferenze. Anche le ultime fughe hanno ancora una volta dimostrato che non tutti sono attaccati al partito e se hanno un’opportunità migliore cambiano casacca. In questi casi le preferenze sarebbero un’arma per gli elettori che potrebbero decidere di testa loro a chi esprimere la loro fiducia, da chi sentirsi maggiormente rappresentati, a chi fare riferimento per un problema e infine scegliere di ri-votare solo chi si è comportato degnamente e che ha mantenuto ciò che aveva promesso. MERITO

Il metodo delle preferenze inoltre farebbe in modo che gli eletti in una data circoscrizione (sia a livello nazionale che locale) appartengano a quel luogo. Non è facile andare a chiedere voti a 300 km di distanza, ancor di più quando si parla un accento diverso. Facendo così si eliminerebbe la scelta del partito di inserire le proprie pedine dove sono meglio eleggibili e non dove conoscono il territorio, i problemi e gli elettori. Se vogliamo Meritocrazia nella scuola e in tutta la società civile dobbiamo essere i primi noi a dare l’esempio. Dobbiamo fare in modo che abbia l’opportunità chi merita e non chi conosce o ha una bella presenza. La cosa pubblica sarebbe molto più a contatto con i candidati e forse, conoscendoli meglio, si risolverebbero più problemi.TERRITORIO

Infine non poteva mancare un pensiero sugli under 35. Inserire le preferenze darebbe maggiori possibilità ai giovani di fare esperienza e di collaborare in un progetto. C’è molta differenza di apprendimento politico e di esperienza in un giovane che deve solamente fare un gazebo o partecipare a una cena invece che di un ragazzo che sta fra la gente e convince a scrivere un nome. Non necessariamente i giovani devono essere i candidati (anche se porterebbe un bel vento di novità) ma anche solamente appoggiare un candidato e “fargli la campagna elettorale” costituisce un momento di sacrificio e di attivismo nel quale l’impegno sarà massimo affinchè si produca il migliore dei risultati. Il contatto con la gente e con i loro problemi crescerebbe esponenzialmente e sappiamo tutti quanta fiducia e aspettative esistono nei confronti dei giovani dallla maggior parte della popolazione. GIOVANI

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